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La storia di Rachele

C'era una pecora nera nera, nera come la pece. "Pecora sbagliata!” urlavano le altre pecore, cosicchè la costrinsero ad uscire dal gregge. La Pecora Nera andò errando da sola, finchè una sera, nel cuore del freddo inverno, vide una grotta illuminata da una debole luce e lì decise di cercar rifugio.


"Chi sei?", le domandò una voce appena fu entrata. "Sono una pecora nera, il mio gregge non mi vuole!". “Anche noi abbiamo dovuto ripararci qui, io Giuseppe e mia moglie Maria, e il nostro piccolo, appena nato”. La pecora nera ebbe un sussulto di gioia nel vedere il piccolo Gesù. "Avrà freddo, lasciate che lo riscaldi!".


La pecora si avvicinò stretta stretta al bambino e lo accarezzò con la sua bruna lana. Gesù si svegliò e le bisbigliò: "Proprio per questo sono venuto: per le pecore smarrite! Quelle come te, mia mite Rachele" e porse al mite animale un tenero fiocco di candida neve. Fu quello il boccone più dolce e più tenero che lei avesse mai assaggiato in tutta la sua vita.


Abbiamo cercato a lungo il segreto di quel tenero boccone perché non è la durezza a dare il tepore nella notte, ma è la tenerezza che scalda il cuore. Quel segreto lo custodiremo per sempre nel ricordo della mite pecorella nera che il bambin Gesù volle chiamare Rachele.